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In questo ricco e dettagliato saggio, Selene Gagliardi accompagna il lettore alla scoperta di una parte della vasta produzione pirandelliana, rimasta per molto tempo sconosciuta ai più e oggetto di una graduale rivalutazione in ambito accademico soltanto a partire dagli anni Sessanta dello scorso secolo: la scrittura in versi, predominante agli inizi della carriera dell'autore agrigentino, poi abbandonata e infine ripresa in età matura. La Gagliardi, con la sua prosa elegante, mette in luce la circolarità dell'attività artistica del Premio Nobel, sottolineando la portata anticipatoria delle liriche giovanili, contenenti in nuce il futuro pensiero pirandelliano: la solitudine dell'uomo e la sua dimensione sociale, la instabilità e l'incoerenza dei rapporti, le maschere; infine, la riflessione estetica sull'umorismo e la sfida ai due Vati del Decadentismo italiano, Pascoli e d'Annunzio.